Il settimanale Il Ticino intervista il Ministro Gian Marco Centinaio

 Il Ministro Gian Marco Centinaio ha risposto ad alcune domande del settimanale Il Ticino.

Gian Marco Centinaio Ministro dell’Agricoltura: tra le priorità pavesi c’è il ponte della Becca

La tutela dell’imprenditoria agricola e del Made in Italy i temi nazionali più urgenti

Gian Marco Centinaio, 46 anni (le 47 candeline le spegnerà il 31 di ottobre), pavese doc, dallo scorso 1 giugno è il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Turismo nel neo-governo Conte. Una soddisfazione grande, certo, ma anche il frutto di un lavoro non da poco compiuto in una fase di transizione politica e istituzionale durata dal 4 marzo al 31 maggio e che ha visto Centinaio continuamente al fianco del leader della Lega Matteo Salvini (oggi Ministro degli Interni). A Pavia Gianmarco Centinaio lo conoscono in tanti, soprattutto quelli della sua generazione che hanno condiviso con lui tanti aspetti: dalla città degli anni ottanta e novanta e dagli studi al Bordoni prima e all’Università poi (laurea in scienze politiche nel 1999) fino ad arrivare, nel 2009, alla nomina a vicesindaco e assessore alla cultura con la giunta guidata da Alessandro Cattaneo, in carica fino al 2014. Poi il volo verso Roma con l’elezione per due volte a senatore (e capogruppo) e infine, nella serata del 31 maggio, l’avvio del governo Conte e la consegna del nuovo dicastero.

Ministro, ma non è che ora, con un impegno così importante, si dimenticherà della sua città?

“Ma a Pavia c’è la mia gente! Lavorerò anche per Pavia, anche perché il dicastero comprende il turismo e io, da vicesindaco, mi sono sempre battuto per il risveglio della vocazione turistica della città. Penso che la priorità oggi sia il ponte della Becca: affrontando la questione in tempi brevi è possibile operare per uno sviluppo più armonico dell’Oltrepo anche dal punto di vista turistico. Sul fronte agricolo, ritengo sia urgente aprire dei tavoli di confronto con gli agricoltori della provincia di Pavia per cercare di trovare soluzioni a problemi irrisolti, spesso legati al rilancio della nostra zona: lo scopo è quello di tutelare il lavoro degli imprenditori agricoli e risvegliare il territorio”.

Guardiamo indietro per un attimo: da dove parte Gianmarco Centinaio leghista?

“Ero un ragazzo già appassionato di politica: a 19 anni mi sono tesserato Lega Nord, diventando poi militante nel 1994. In realtà la mia carriera istituzionale inizia nel 1993 come Presidente del Comitato di quartiere Città Giardino e in seguito come Consigliere Comunale del Comune di Pavia fino al 2009, anno in cui poi sono diventato vicesindaco; nel 1995 sono stato Coordinatore Cittadino del Gruppo Giovani Lega Nord Pavia e dal 1996 Coordinatore Provinciale del Gruppo Giovani Lega Nord/Movimento Giovani Padani. Nel 1999, fino al 2005, sono stato Segretario Cittadino della Lega Nord Pavia e in seguito Membro del Direttivo Cittadino Lega Nord Pavia”.

Come sono stati i cinque anni da vicesindaco pavese?

“Un’esperienza che non dimentico. Prima di tutto perché è stato il mio primo vero banco di prova politico e poi perché essere il vicesindaco di una città da ottantamila abitanti significa avere un contatto diretto e continuo con la gente. Penso che un politico non debba mai perdere di vista le persone, le loro richieste e i bisogni a cui è necessario rispondere: se non conosco più cosa vuole la gente vuol dire che da politico sto sbagliando strada”.

Da lunedì è impegnato a tempo pieno come Ministro dell’Agricoltura: quali temi urgenti ci sono nella sua agenda?

“Il Dicastero affidatomi è importante perché tocca i punti cardine dell’economia del Paese: per quanto mi riguarda, la tutela dell’imprenditoria agricola sarà il leitmotiv di questo mandato. Non a caso in agenda c’è segnato il prossimo 18 di giugno: saremo, infatti, a Bruxelles per discutere della Pac, la Politica Agricola Comune, che prevede un taglio ai fondi destinati all’Italia di ben 2 miliardi e 700 milioni di euro per i prossimi anni. Il primo obiettivo è quello di evitare che i nostri agricoltori subiscano tagli ingiustificati. Poi c’è la tutela del Made in Italy: trovo impensabile che un prodotto alimentare che riporta un marchio italiano venga ‘copiato’ in serie all’estero e spacciato per italiano. E una speculazione che ci danneggia ed è un tema da affrontare con grande impegno”.

Simona Rapparelli

Share this...
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone