Centinaio (LN): Scuola – 630 subemenedamenti a ddl, verso fiducia

giamma8(AGI) – Roma, 24 giu. – Sono 630 i subemendamenti al testo dei relatori presentati sul ddl scuola in commissione Istruzione del senato, secondo quanto viene riferito.
Ma sul testo, si va verso il voto di fiducia, secondo quanto si e’ appreso in ambienti parlamentari. Il governo potrebbe porre la questione gia’ stasera ma non si esclude che si possa andare a domattina. Fra le forze di opposizione la Lega Nord sta valutando, in caso di voto di fiducia, di rimanere fuori dall’Aula. “Stiamo valutando il provvedimento, ma siamo orientati a seguire la linea di rimanere fuori dall’Aula come abbiamo sempre fatto durante le fiducie. In questa valutazione ci stiamo confrontando con Forza Italia e nello specifico con il senatore Marco Marin”, spiega il capogruppo Giammarco Centinaio. Sia Marin che Centinaio partecipano ai lavori della commissione Istruzione. (AGI)

RIFORME: CENTINAIO, RENZI NON SI FIDA NEMMENO DEI SUOI – LO DIMOSTRA LA LETTERA MANDATA

ROMA, 28 LUG “Renzi non deve avere una gran fiducia nei suoi senatori se si riduce a mandar loro una pubblica missiva nel tentativo, per altro destinato a fallire, di serrare le fila. Una lettera che non non convince e che non incanta nessuno: parole vuote che mettono insieme Riforme, Ucraina, Palestina e i grandi cambiamenti”.
Secondo Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Madama “Renzi teme il voto segreto sul testo e non si fida della sua maggioranza. Il primo banco di prova per lui è proprio uno dei nostri
emendamenti per la riduzione dei deputati. Sarà il primo voto segreto seguito da un’altra nostra proposta per l’elezione diretta dei senatori. Su entrambe le questioni Renzi rischia di andar sotto. E sarebbe un bene,  perché così inizieremmo finalmente un confronto sulle cose concrete. Il premier si metta in testa che la riforma non è un trofeo da portare in Europa gonfiando il petto come vorrebbe fare il prossimo 30 agosto né una cartolina da usare come sfondo per i suoi selfie estivi. Comunque vada – avverte Centinaio – Renzi sappia che l’8 agosto non avrà alcun bottino di guerra perché al contrario di
quello che grida ai quattro venti il voto del Senato sulle riforme non arriverà”.