La Lega dice NO agli spot sulla RAI che incentivano il gioco d’azzardo – interrogazione in Commissione RAi

INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE VIGILANZA RAI

Premesso che:

il gioco d’azzardo è vietato dal codice penale, ma nel nostro Paese è stato introdotto il gioco con partecipazione a distanza, vale a dire gratta e vincila licenza, concessa a varie società, per la gestione di apparecchi per il gioco on line, con un considerevole aumento del fatturato per le società concessionarie. Non a caso, negli ultimi anni, l’industria del gioco d’azzardo è diventata una delle più importanti del Paese, tanto che slot machine, poker, scommesse e giochi d’azzardo di diversa natura hanno inondato il mercato a ritmi sempre più frenetici, con notevole crescita del numero dei giocatori, che coinvolge ogni gruppo sociale, compresi pensionati, casalinghe, giovani, e che fa dell’Italia il primo Paese al mondo per spesa pro capite dedicata al gioco;
secondo i dati della Consulta Nazionale Fondazioni Antiusura, il gioco d’azzardo è considerato la maggior causa di ricorso a debiti e/o usura in Italia e la dipendenza dal gioco, ludopatia, è una delle principali cause di suicidio;
sui 30 milioni di scommettitori stimati oggi in Italia, 15 milioni sono scommettitori abituali ed almeno 3 milioni di questi sono a rischio di sviluppare una patologia. Secondo alcune stime, una quota di queste persone, circa 120.000, già soffre di dipendenza comportamentale da gioco d’azzardo patologico;
nonostante appaia indiscutibile che la dipendenza da gioco d’azzardo è un problema sociale drammatico che raggiunge numeri

un anziano che gioca alle macchinette
un anziano che gioca alle macchinette

preoccupanti, la Rai trasmette sulle reti pubbliche pubblicità che incitano a giocare d’azzardo, anche in fasce orarie protette e prima della trasmissione di programmi dedicati anche ad un pubblico giovane e giovanissimo, come può essere un evento sportivo;
la Lega Nord ha chiesto con insistenza che fosse inserito nel nuovo contratto di servizio il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, alla stregua di quanto avviene per le pubblicità che incentivino il fumo;
la Rai offre un servizio pubblico sulla base di una specifica concessione, ed anche il Consiglio di Stato ha statuito che la nozione di pubblico servizio può essere definita facendo riferimento alla capacità di rispondere ad un’utilità generale e collettiva;
la trasmissione di spot a favore del gioco d’azzardo non può certo essere ricompresa fra le attività di utilità generale e collettiva, ma al contrario può aggravare una situazione sociale già molto pericolosa;

per sapere:

se l’Amministrazione ritenga coerente con la missione di servizio pubblico televisivo che ricopre la Rai, la trasmissione di spot che incentivano il gioco d’azzardo e che quindi potrebbero potenzialmente contribuire ad allargare una piaga sociale del nostro Paese particolarmente pericolosa in questo periodo di crisi economica.

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